La poesia

Cos’altro sei se non la visione della notte?
Tutto il notturno ti appartiene.

Inviti agli splendidi banchetti dei sogni
e alle non meno splendide veglie della realtà.

Viaggi con uomini e donne come se fossi
fiamma degli occhi, bastone di felicità
o la bruma spessa delle aurore.

Per te, madre di dolore, c’è solo gloria e rimpianto,
non c’è mezzogiorno nel tuo diario.

Nient’altro sei, poesia,
che la vetta più alta in cui il folle,
i mortali,
i diseredati dalla sorte e la fortuna,
trovano rifugio.

Tu, la detestata, la lebbrosa, la purulenta,
sei la migliore delle femmine
la madre migliore
la sposa migliore
la sorella migliore
e la più lunga e gioiosa delle notti.

Traduzione di Andrea Sirotti